Nikolajewka, testimonianza della ritirata da chi ne è stato protagonista

Nikolajewka, testimonianza della ritirata da chi ne è stato protagonista: il Sergente Vittorio Bozzini, 5° Reggimento Alpini, Battaglione Edolo, 52ma Compagnia.

« L’ultima battaglia combattuta in ritirata fu quella di Nikolajewka: nome famoso e tremendo nella storia delle truppe Alpine.
Qui la “Tridentina”, o meglio ciò che ancora restava dei suoi ragazzi massacratissimi, si trovò di fronte alla solita alternativa in pari misura elementare e drammatica: o spaccare ancora il cerchio di fuoco (ed era l’undicesima volta in nove giorni) o morire tutti.
Qui la “Tridentina” giocò la più tragica partita della sua storia: se l’avesse perduta non sarebbe rimasta alcuna traccia dell’intero Corpo d’Armata Alpino i cui resti avrebbero trovato a Nikolajewka, com’era nelle intenzioni dei russi, la loro tomba ultima e definitiva.
Ma a Nikolajewka si compì il mitìracolo più grande e quando per bocca del generale Reverberi fu lanciato il grido dell’incitamento e della speranza estrema “Tridentina avanti”, la ciurma cenciosa ed eroica degli Alpini irruppe come vento di tempesta sulle posizioni dei Russi, travolgendo le loro difese munitissime arroccate al bastione della ferrovia: generali come Giulio Martinat, e decine di ufficiali subalterni come Gino Ferroni (a cui Angelo Dal Prà aveva eretto un altare di devozione nel suo cuore e nella sua casa e migliaia di Alpini caddero su quell’immenso biblico altare di sacrificio, in ossequio alla legge eterna e splendente della fraternità Alpina: erano morti perché altri continuassero a vivere e trovassero aperta la strada verso la Patria e la casa. »

Vittorio Bozzini, autore del libro “Neve Rossa” più volte ristampato, descrive con accenti dolorosi il dramma dei suoi anni vissuti in prigionia.

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